Anime, fantascienza e roboetica

Time of Eve

La scorsa volta, preso da un momento di nostalgia, mi è venuta una gran voglia di rivedere un anime del 2008 intitolato Time of Eve. L’anime fu trasmesso solo su Internet e inizialmente non presentava doppiaggi in altre lingue se non quella originale, giapponese. Questo ONA (Original Net Animation), scritto, diretto e prodotto da Yasuhiro Yoshiura, consisteva di soli 6 episodi della durata di circa 15 minuti ciascuno. Ricordo che a quel tempo l’emittente MTV Italia (Music Television Italia) aveva acquistato i diritti per la trasmissione di diversi anime tra cui anche questo. Fu così che Time of Eve fu reso disponibile alla visione – con sottotitoli in italiano – sul portale di MTV Italia. Nel 2010 i 6 episodi furono riuniti per realizzare un unico film (denominato “Time of Eve – Il film”), al quale hanno aggiunto anche qualche scena inedita. Dopo circa 3 anni, mediante il sito di crowdfunding Kick Starter, fu iniziata una raccolta di fondi per portare il film in versione Blue-ray Disc e distribuirlo a livello internazionale. La raccolta fu un vero successo, al punto che in meno di 24 ore raggiunse l’obiettivo di 18.000 dollari americani giungendo poi addirittura a 60.000 dollari. Grazie all’ottimo risultato raggiunto, fu possibile pubblicare il Blu-ray Disc con sottotitoli in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo, e di produrre anche un doppiaggio in inglese.

Trama

La trama di Time of Eve si sviluppa in un Giappone del futuro, dove ormai la scienza e la tecnologia hanno raggiunto livelli altissimi, al punto da riuscire a realizzare dei veri e propri androidi con una intelligenza artificiale quasi paragonabile a quella umana. Gli androidi sono impiegati per assistere gli esseri umani in compiti di vario genere che possono riguardare quelli lavorativi ma soprattutto quelli domestici. Tutto inizia con Rikuo Sakisaka, un brillante studente nonché abile pianista che un giorno analizzando i log di sistema estratti dall’androide domestico di famiglia chiamato Sammy, si accorge che qualcosa non va. Sembra vi siano dei buchi temporali che non riesce a spiegarsi e inoltre si scorge dai log la scritta “Ti stai divertendo al Tempo di EVE?, che non riesce a comprendere. Allora ne parla con il suo amico Masakazu Masaki e insieme decidono di raggiungere il luogo dal quale i log sembrano interrompersi. Una volta su posto scoprono una sorta di magazzino che al suo interno cela un vero e proprio cafè, frequentato da persone di vario tipo. All’entrata del cafè vi è posto un cartello che recita così:

Regola de “Il Tempo di EVE”
In questo locale non si fa distinzione tra umani e robot.
Tutti i signori clienti sono pregati di collaborare.
Rispettate la regola e passate dei momenti divertenti… Nagi

Come si può intuire da questo messaggio di benvenuto, in questo locale non vi è alcuna distinzione tra esseri umani e robot, che decidono di rilassarsi trascorrendo del tempo insieme. I due ragazzi sono incuriositi da questo cafè e non riescono a capire quali, tra la sua clientela, siano degli androidi e quali invece degli esseri umani. A renderne difficile il riconoscimento è una specie di cerchio luminoso che di solito gli androidi mostrano sulla propria testa ma che, all’interno di questo locale, viene spento, rendendoli di fatto indistinguibili alla vista rispetto a un comune essere umano. Nagi, la proprietaria del cafè, esorta in più occasioni i due giovani amici a seguire la sola regola imposta dal locale, dato che spesso insistono nel voler smascherare gli androidi.

Questo è solo l’inizio della trama che invece è ben più articolata e tocca tematiche di riflessione molto importanti, soprattutto in vista del prossimo futuro, dove il confine tra fantascienza e realtà si farà sempre più labile.

Etica dell’interazione uomo-macchina

Negli ultimi anni si stanno compiendo significativi passi avanti nel campo della robotica e in quello dell’Intelligenza Artificiale. I nuovi dispositivi tecnologici si prefiggono di semplificare la vita dell’uomo al punto da diventare, per alcuni, addirittura dei prodotti di cui non se ne può più fare a meno. Alcuni esempi si trovano nell’ambito sanitario, in quello biotecnologico ma anche in contesti quotidiani come quello della domotica.

Alcuni giorni fa mi sono imbattuto in un Articolo de “la Repubblica” – Nei robot si accende la prima scintilla dell’empatia davvero interessante. Nell’articolo è spiegato un esperimento condotto dagli ingegneri della Columbia University di New York, dove è stato osservato un comportamento mai visto prima a opera di una macchina. In pratica il robot è stato in grado di prevedere le intenzioni di un altro robot semplicemente osservandolo dall’alto. L’esperimento ha però sollevato nuovamente delle perplessità in merito al futuro rapporto tra uomo e macchina. Se i robot saranno in grado di compiere delle scelte in autonomia, come si può garantire che tali scelte non si tramutino in minaccia per l’uomo?

Questo stesso dilemma se lo pose lo scrittore Isaac Asimov che, nei suoi racconti fantascientifici, ideò le seguenti tre leggi della robotica:

1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Queste stesse leggi sono state citate nell’anime Time of Eve e sono state fonte di ispirazione per altre storie sul genere. Successivamente fu aggiunta un’altra legge denominata “Legge Zero”:

0. Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno.

Le leggi di Isaac Asimov sono senza ombra di dubbio molto interessanti ma al tempo stesso anche inapplicabili, almeno per il momento, perché l’intelligenza artificiale attuale non è ancora in grado di “capire”.

Nel 2017 il Parlamento Europeo è tornato sul problema dell’etica nel rapporto uomo-macchina e ha emanato delle raccomandazioni sui diritti civili riguardanti la robotica. Queste raccomandazioni sono state rivolte alla Commissione Europea affinché questa elabori una proposta di direttiva ed hanno l’obiettivo di aggiornare e completare l’attuale disciplina comunitaria in materia. La risoluzione contiene linee guida che dovrebbero riflettere la complessità della odierna robotica e delle sue implicazioni sociali ed etiche e la necessità di un quadro etico preciso ed efficace per guidare la progettazione, la produzione e l’uso di robot e intelligenza artificiale.

Come dico sempre, il progresso scientifico e tecnologico può esser tanto utile quanto dannoso. Tutto dipende dal modo in cui vengono impiegati gli strumenti risultanti da tali progressi. L’essere umano, si sa, non è esente dall’errore e per quanto ci si possa impegnare per impedire i pericoli causati dall’impiego di robot, prima o poi ci sarà sempre qualche individuo che recherà danno al prossimo.

In conclusione, come recita la Legge di Murphy:

“Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.”

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